APRIAMO LE PORTE E I PORTI
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Care amiche e cari amici,
alla fine è arrivata la COSIDDETTA emergenza. Non tanto quella reale, perché sicuramente in questo periodo molti migranti stanno giungendo in Italia, ma crediamo che uno Stato civile possa accogliere in modo umano questi numeri di sbarchi, ma quanto quella del Governo. Qui di seguito troverete due spunti di riflessione: uno in cui si riassume l'accaduto e l'altra è una breve analisi basata proprio sui dati rilasciati dal Ministero.
Come sempre poi vi invitiamo a segnalarci storie o aggiornamenti.
Buona lettura
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E alla fine arrivò l'emergenza
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Il Governo, su indicazione del ministro per la Protezione civile e le Politiche del mare Nello Musumeci, ha deliberato lo stato di emergenza su tutto il territorio nazionale. L'ha fatto, secondo le loro dichiarazioni, "a seguito dell'eccezionale incremento dei flussi di persone migranti attraverso le rotte del Mediterraneo". Lo stato di emergenza durerà sei mesi ed è finanziato con cinque milioni di euro. Qui di seguito vi invitiamo a leggere un interessante articolo di Avvenire, che ci spiega bene che cosa significa. Nel prossimo pezzo poi, cerchiamo di fare un'analisi, attraverso i dati, di questa "emergenza".
Secondo fonti governative la dichiarazione dello stato di emergenza consente di assicurare risposte più efficaci e tempestive sul piano della gestione dei migranti e della loro sistemazione sul territorio nazionale. Le stesse fonti evidenziano che il numero degli sbarchi è largamente superiore rispetto al passato.
E ancora si fa presente che lo stato emergenziale potrà essere usato per velocizzare i respingimenti. Questo però, ecco i dubbi di chi si occupa dei migranti e della loro accoglienza, potrebbe essere usato per mettere in atto espulsioni facili, magari senza considerare bene lo status legale o la situazione umana di chi è arrivato in Italia fuggendo da situazioni di guerra, fame, persecuzione, grave degrado umano o civile.
Resta da vedere come sarà applicato e con quali obiettivi. Non sempre le esperienze di stato di emergenza del passato hanno conseguito risultati realmente positivi.
"Abbiamo aderito volentieri alla richiesta del ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ben consapevoli - ha detto Musumeci - della gravita' di un fenomeno che registra un aumento del 300 per cento. Sia chiaro, non si risolve il problema, la cui soluzione e' legata solo ad un intervento consapevole e responsabile dell'Unione Europea".
Negli ultimi 20 anni lo stato di emergenza è stato dichiarato ben 128 volte. In genere è legato ad eventi di natura meteorologica o a terremoti. Venne dichiarato anche per la pandemia da Covid, permettendo di limitare la libertà personale degli italiani per motivi sanitari.
Perego (Migrantes): può essere utile, ma serve anche altro
"Credo che la dichiarazione dello stato di emergenza da una parte possa essere utile per accelerare azioni di trasferimento di persone che in maggiore misura in questo anno, tre volte tanto, stanno raggiungendo soprattutto le coste di Lampedusa. Non deve però questo stato di emergenza far dimenticare un fatto: il sistema di accoglienza in Italia ha bisogno di essere rafforzato; e al tempo stesso non bisogna dare la percezione che i migranti, i rifugiati che stanno arrivando sono un problema emergenziale, nel senso che non possiamo approfondirlo e affrontarlo all'interno di un contesto magari più ampio e più attento. Non dimenticando poi che l'emergenza costa molto di più rispetto al normale affrontare l'accoglienza". Lo ha affermato a Radio Vaticana, monsignor Giancarlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes (Organismo pastorale della Conferenza episcopale italiana), durante la trasmissione Il Mondo alla Radio.
"Quindi da questa parte credo che in questo momento debba essere valutata con molta attenzione se occorrono degli strumenti straordinari, o se non si debbano da una parte mettere in atto una serie di azioni ulteriori rispetto a quelle già in atto per lo sgombero di Lampedusa - ha aggiunto Perego - E al tempo stesso, che è l'aspetto veramente più importante e necessario, rafforzare e ampliare il piano di accoglienza nelle diverse regioni italiane"
Multe più severe per chi imbratta i monumenti
"Ferme restando le sanzioni penali applicabili, chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende in tutto o in parte inservibili o non fruibili beni culturali o paesaggistici propri o altrui è previsto che sia punito con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 20.000 a euro 60.000". Lo prevede il primo comma dell'articolo 1 della bozza del ddl che reca "Disposizioni sanzionatorie in materia di distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici", approdato oggi in Cdm.
Stato di emergenza, ecco cosa significa
Affrontare con mezzi e poteri straordinari una calamità, dalle crisi umanitarie agli eventi naturali come terremoti o alluvioni. È questo l'obiettivo della dichiarazione dello 'stato di emergenza': un atto amministrativo regolato dal codice di Protezione civile che va deliberato dal Consiglio dei ministri su proposta del presidente del Consiglio, così come avvenuto in queste ore per l'eccezionale incremento dei flussi di migranti attraverso le rotte del Mediterraneo.
Al momento in Italia sono in vigore circa una ventina di provvedimenti questo tipo, dall'emergenza dei profughi dell'Ucraina a diversi casi di alluvione, spesso decisi anche dopo la richiesta del presidente di una Regione o di una Provincia autonoma interessata. L'unico precedente in materia di migranti risale invece al 2011 con il governo Berlusconi e prevedeva un piano di equa distribuzione nelle regioni dei profughi provenienti dal Nordafrica, anche se all'epoca la legge prevedeva norme diverse.
Lo stato d'emergenza nazionale è regolato dall'articolo 24 del Codice della Protezione civile sulla base di alcuni requisiti definiti nell'articolo 7: "emergenze di rilievo nazionale connesse con eventi calamitosi di origine naturale o derivanti dall'attività dell'uomo che in ragione della loro intensità o estensione debbono, con immediatezza d'intervento, essere fronteggiate con mezzi e poteri straordinari da impiegare durante limitati e predefiniti periodi di tempo".
Con la dichiarazione dello stato d'emergenza può essere nominato un commissario cui spetta il compito di realizzare gli interventi previsti dalla dichiarazione: il superamento dell'emergenza, la riduzione del rischio residuo, il ripristino dei servizi essenziali e l'assistenza alla popolazione. In questo caso si delinea quindi un nuovo assetto temporaneo di poteri, con deliberazioni non soggette al controllo preventivo di legittimità della Corte dei conti.
La delibera stabilisce inoltre uno stanziamento di risorse finanziarie da destinare agli interventi urgenti e da attingere nel Fondo per le emergenze nazionali, che può essere progressivamente incrementato nel corso della durata dello stato di emergenza. Il provvedimento può avere anche un rilievo solo locale o regionale. Quando è di tipo nazionale non supera i dodici mesi ed è prorogabile per altri dodici mesi al massimo: oltre questi tempi va varata una legge attraverso un passaggio parlamentare.
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Partiamo da un dato incontrovertibile: il numero dei migranti arrivati in Italia nel 2023 è tornato ai livelli pre-pandemici. Da questo non si sfugge, i primi 4 mesi di quest'anno hanno segnato un record. Non era mai successo che nei primi tre mesi dell'anno ci fossero così tanti sbarchi. Da gennaio a marzo di quest’anno sono sbarcate più persone che in qualsiasi anno precedente: parliamo di cifre che non si erano mai viste nemmeno negli anni dei flussi più ingenti dal Nord Africa. Però, c'è sempre un però da inserire nei discorsi. Le persone sbarcate sulle nostre coste da gennaio a marzo sono state 27.280. Un numero non esiguo ma può uno Stato di 60 milioni di persone definire "emergenza" l'arrivo di altri 30 mila individui?
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I grafici sono presi da SkyTg24
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L'Italia è geograficamente uno degli approdi inevitabili per queste persone. Ma siamo sicuri che poi loro vorrebbero veramente restare nel nostro Paese? Se si analizzano i dati delle richieste d'asilo vediamo che non è proprio così. Nel 2022 in Germania le richieste d’asilo sono state 41mila, mentre nei primi tre mesi del 2023 sono state già 88mila.
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Se prendiamo in considerazione gli ultimi dieci anni poi, vediamo come sempre la Germania sia la "meta" più richiesta. Dal 2011 al 2022 ha avuto 2,8 milioni di richieste d'asilo, contro lo 0,8 dell'Italia. Anche se si analizzano le richieste d'asilo per abitante, vediamo che il nostro paese non è tra i primi posti. In testa c'è la Grecia con 279 richieste ogni 100mila abitanti, seguita dalla la Germania con 260 e dalla Spagna con 247. In Italia le richieste nel 2022 sono state 130 ogni 100 mila abitanti.
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Decreto migranti: nuove angherie verso i richiedenti asilo. Hotspot di Lampedusa alla Croce Rossa
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Riportiamo da Il Sole 24 Ore
Sono stati depositati in commissione Affari costituzionali del Senato, due maxi emendamenti proposti dal governo al decreto Migranti, che hanno superato il vaglio tecnico dal ministero dell’Economia.
Procedure accelerate per esame domande protezione internazionale
La prima modifica depositata è un’aggiunta all’articolo 5 del decreto e introduce novità su potenziamento e gestione dei centri di prima accoglienza e riduzione e revoca delle condizioni di accoglienza. L’altro emendamento è sull’articolo 7 e riguarda le procedure accelerate per esaminare alla frontiera le domande di protezione internazionale e l’accompagnamento immediato alle frontiere. Per ora, resta ’congelata’ la stretta sulla protezione speciale dei richiedenti asilo, annunciata da fonti di maggioranza, e che potrebbe rientrare con un ulteriore emendamento governativo. Nel frattempo è stato dato tempo fino a venerdì 14 aprile alle 15 per presentare eventuali subemendamenti, mentre la commissione del Senato si riunirà di nuovo il 17 aprile alle 12 per continuare l’esame del decreto
La Lega non ritira gli emendamenti al decreto sulla protezione speciale
E la Lega decide così di non ritirare i 21 emendamenti che ha presentato al decreto migranti all’esame del Senato. Lo conferma il capogruppo leghista a Palazzo Madama, Massimiliano Romeo, chiarendo che le proposte di modifica depositate dal governo «non prevedono ulteriori interventi sulla protezione speciale prevista per i richiedenti asilo.Sulla protezione speciale restano i nostri emendamenti - ha aggiunto Romeo - proprio perché non è un tema trattato dal governo nelle sue proposte di modifica. Se successivamente ci sarà un ulteriore emendamento specifico, se ne discuterà e valuteremo».
Nuova stretta sui richiedenti asilo
Uno dei due emendamenti presentati dal governo al dl migranti riesuma una misura contenuta in uno dei decreti sicurezza firmati da Matteo Salvini ed esclude la possibilità di ospitare i richiedenti asilo nella rete del Sistema di accoglienza ed integrazione gestita con i Comuni: essi dovranno andare nei centri di accoglienza governativi fino alla decisione sulla domanda di protezione internazionale. Potrà accedere al Sai chi entra in Italia con corridoi umanitari e reinsediamenti nonchè i vulnerabili (anziani, malati, ecc). Fino all’ottenimento della protezione, dunque, i richiedenti asilo non godranno dei servizi di integrazione.
853 milioni per l’accoglienza dei richiedenti asilo nel 2023
L’esclusione dei richiedenti asilo dalla rete Sai (Sistema di accoglienza ed integrazione). Significa che essi (la stima è che siano 1.926 persone) dovranno essere inseriti nei centri di accoglienza governativi “per stranieri irregolari” e negli hotspot. Ciò comporterà un aumento delle spese di 16,7 milioni di euro per il 2023. Complessivamente il costo per l’accoglienza nell’anno in corso è così stimato in 853 milioni di euro: 807 milioni per i 54.446 richiedenti asilo, 16,7 milioni per i 1.926 non più inseriti nel Sai e 29 milioni per i circa 11mila ucraini ospitati nei primi tre mesi dell’anno.
Governo, l’hotspot di Lampedusa alla Croce Rossa
Un’altra delle novità introdotte è che fino al 31 dicembre 2025 il ministero dell’Interno potrà inoltre avvalersi della Croce rossa italiana per la gestione dell’hotspot di Lampedusa «al fine di assicurare adeguati livelli di accoglienza» in quel centro. In base all’emendamento, inoltre, alla struttura di Lampedusa saranno estese le deroghe previste dall’articolo 10 del decreto, ossia si potrà derogare al codice dei contratti pubblici bypassando di fatto i bandi di gara.
A Lampedusa una nave in più per spostare migranti
Previsto inoltre Un collegamento marittimo in più, rispetto al traghetto di linea, per garantire il trasferimento stimato di almeno 400 migranti al giorno da Lampedusa a un porto della Sicilia meridionale, per un totale di 2800 persone a settimana e che comporti un onere totale di 8.820.000 euro per il 2023. In sostanza, «per assicurare adeguati livelli di accoglienza» negli hotspot - si legge nell’emendamento - il ministero dell’Interno è autorizzato a stipulare contratti con aziende di trasporto marittimo, in deroga alle norme sui contratti pubblici.
Da 2021 solo 5,45% protezioni speciali trasformate in permessi lavoro
Colpisce un dato. Su 44.436 permessi di soggiorno per protezione speciale rilasciati dall’inizio del 2021 solo 2.424, pari al 5,45%, sono stati trasformati in permessi di lavoro. A offrire questa possibilità ai migranti era stata la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese che, con il decreto legge 130 del 21 ottobre 2020, nel modificare i decreti sicurezza targati Salvini, aveva ampliato i presupposti per il rilascio della protezione speciale, trasformandola di fatto in un permesso con validità di due anni, che consentiva di svolgere attività lavorativa e poteva quindi essere convertito in permesso di lavoro. Le percentuali di conversione sono rimaste molto basse nel corso degli ultimi due anni: nel 2021 su 13.039 permessi rilasciati 578 sono stati convertiti in permessi di lavoro, pari al 4,43%, mentre nell’anno successivo dei 22.528 ne sono stati convertiti 1.184 pari al 5,25%. Quest’anno su 8.869 permessi ne sono stati convertiti 662 pari al 7,46%.
Il trattenimento nei Cpr e la costruzione di nuovi centri
Ma si lavora anche a misure che rafforzano la possibilità di trattenimento degli stranieri nei centri di permanenza per i rimpatri (Cpr): sia per coloro che non si lascino identificare durante lo svolgimento della procedura in frontiera sia per i richiedenti asilo sottoposti alla procedura Dublino e in attesa di trasferimento, qualora sussista il «notevole rischio di fuga» e per un massimo di sei settimane, prorogabili per ulteriori sei settimane. Gli emendamenti governativi puntano inoltre a estendere le ampie facoltà di deroga già riconosciute dal Dl per la realizzazione di nuovi Cpr (quelli oggi attivi sono dieci per 1.300 posti, l'obiettivo è almeno il raddoppio) anche alle strutture di accoglienza e ai «punti di crisi»
La nomina del commissario straordinario
Intanto i tecnici del Viminale e della Protezione civile si sono già incontrati per redigere la prima ordinanza consentita dallo stato di emergenza: sarà quella per la nomina del commissario straordinario, con tutta probabilità il prefetto Valerio Valenti, capo dipartimento Libertà civili e immigrazione del ministero dell'Interno.
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Le prassi illegittime verso gli stranieri della
Questura di Torino
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L'ASGI, quale organizzazione rappresentativa dei diritti di persone e straniere in Italia, insieme a Famiglie Accoglienti e ad altre associazioni della società civile, invita i cittadini a partecipare al presidio il 20 aprile 2023 alle 8.30 davanti all’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino in Corso Verona 4, per denunciare pubblicamente le inefficienze e le illegalità che da tempo caratterizzano questo ufficio, con grave danno per i migranti e per i rifugiati politici nel nostro paese.
20 aprile 2023 – Presidio davanti alla Questura di Torino contro le prassi illegittime verso gli stranieri
Gli avvocati e le avvocate della Sezione piemontese dell’ASGI, quale organizzazione rappresentativa dei diritti di persone e straniere in Italia, invitano le associazioni e la società civile a partecipare, il 20 aprile 2023 alle 8.30 davanti all’Ufficio Immigrazione della Questura di Torino in Corso Verona 4, al presidio per denunciare pubblicamente le inefficienze e le illegalità che da tempo affliggono questo ufficio.
La scarsa considerazione dell’interesse delle persone migranti alla sollecita disamina delle pratiche inerenti al loro soggiorno compromette i loro diritti fondamentali e causa una gestione caotica del fenomeno migratorio.
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La situazione dell’Ufficio Immigrazione di Corso Verona 4
L’Ufficio Immigrazione di Corso Verona rappresenta il passaggio obbligato per tutte le persone straniere che si trovano a Torino e provincia e che vogliono ottenere o rinnovare un permesso di soggiorno.
Quotidianamente si rivolgono agli sportelli di C.so Verona 4 centinaia di persone, tra cui lavoratori e lavoratrici, richiedenti asilo in fuga da guerre e persecuzioni, nuclei familiari con figli minori, persone malate e vulnerabili, minori non accompagnati. Tutte hanno la stessa esigenza: il rilascio e il rinnovo dei loro documenti di soggiorno in Italia. Una volta in Corso Verona, tutte queste persone si ritrovano accomunate dagli stessi problemi:
- Lunghissime e caotiche file all’ingresso. Le persone iniziano a mettersi in coda dalle 4-5 del mattino, in qualsiasi condizione atmosferica, senza alcuna certezza di riuscire a entrare quel giorno. Coloro che hanno un lavoro, dipendente o autonomo, perdono giornate intere, con conseguente danno per le attività produttive e per se stessi.
- Impossibilità di prendere appuntamento avvalendosi di delegati: la Questura richiede la presenza personale dell’interessato anche solo per fissare l’appuntamento per la presentazione della pratica;
- Tempi incerti e sempre lunghissimi per il rilascio/rinnovo dei permessi di soggiorno a qualsiasi titolo: non è raro che intercorrano molti mesi, se non anni, dalla domanda al rilascio effettivo del permesso.
- Impossibilità di verificare online lo stato della pratica: a causa dell’incertezza dei tempi delle varie procedure, e dell’impossibilità di verificare online lo stato della pratica, le persone sono costrette a tornare numerose volte, sempre di persona, solo per poter avere informazioni sullo stato della pratica.
- Impossibilità di fatto per i richiedenti asilo di presentare domanda di protezione internazionale: le persone provenienti da paesi in guerra e provate da viaggi estenuanti, sono costrette a recarsi di fronte agli uffici per settimane o mesi, per sperare un giorno di rientrare tra i pochi cui, in modo completamente discrezionale, la Questura consente di presentare la domanda di protezione internazionale. Questa è una delle problematiche più gravi, perché, oltre a eludere precise norme di legge, incide pesantemente sui diritti e sulle condizioni di vita di persone, anche vulnerabili, che chiedono protezione.
- Costanti limitazioni alla registrazione delle domande di riconoscimento della protezione internazionale o di permesso per minore età nei confronti dei migranti che si dichiarano minori, che non abbiano ancora ottenuto un provvedimento di ratifica dell’età da parte del Tribunale per i Minorenni;
- Controlli sommari e arbitrari sul merito delle domande di permesso di soggiorno da parte del personale preposto all’ingresso, che, difformemente dalle norme sul procedimento amministrativo (legge 241/90), vaglia in modo informale la documentazione in possesso delle persone straniere e decide, senza darne conto in alcun provvedimento scritto, circa la loro idoneità, rilevanza e ammissibilità.
Infine sono stati segnalati da numerosi utenti comportamenti inappropriati, talvolta incivili e aggressivi da parte del personale della Questura (addirittura sono state riferite urla, minacce e spintoni); ricambi del personale in organico hanno determinato un sensibile miglioramento sotto questo profilo; tuttavia preoccupa la persistenza delle criticità sopra evidenziate che costituisce il sostrato su cui si possono re-innescarsi dinamiche patologiche e inappropriate nei rapporti tra l’utenza e l’Ufficio
La risonanza nella stampa locale e nazionale
La cronaca locale e nazionale si è occupata più volte del problema, a partire almeno dal 2020, denunciando “Code di otto ore”, “L’odissea dei permessi di soggiorno”, che ha reso necessario addirittura l’intervento della Protezione Civile, e indotto la stampa a chiedersi cosa ci voglia per rispettare la dignità degli stranieri. Insomma, “un ufficio intasato” che “blocca la vita dei migranti”.
Le inefficienze imputabili all’Ufficio immigrazione della Questura di Torino nella gestione delle pratiche concernenti il soggiorno di persone straniere, sono già state segnalate pubblicamente con una lettera aperta a cui hanno aderito numerose associazioni operanti nel territorio piemontese, , e ripresa dalla stampa nazionale. L’ L’iniziativa era stata dettata dalle numerose segnalazioni da parte di persone straniere di ritardi e violazioni da parte del personale della Questura. Ad oggi, non è stata data nessuna risposta alla lettera, né è stato dato alcun segnale che mostri anche solo l’intenzione di risolvere a livello locale il problema.
Quest’ultimo sembra anzi destinato ad aggravarsi per via dell’aumento dei richiedenti asilo, dell’accumulo di pratiche inevase e della chiusura di almeno parte dei locali per inagibilità.
Il pregiudizio per diritti individuali e collettivi
La situazione sopra descritta causa un impatto negativo diretto sulla vita delle persone straniere. In mancanza di un permesso di soggiorno, infatti, non è possibile ad esempio lavorare, iscriversi all’anagrafe, o avere un medico di base.
Inoltre, sono lesi interessi di cittadini italiani, come ad esempio di datori di lavoro che devono sopportare numerose e prolungate assenze dei loro dipendenti impegnati in interminabili code agli sportelli.
Ma anche chi, aderendo a politiche che vedono con sfavore il fenomeno migratorio, persegue in via prioritaria l’ interesse alla sicurezza e all’ordine pubblico e al contenimento dei flussi migratori, dovrebbe convenire con l’esigenza di avere un Ufficio Immigrazione che funzioni in modo efficiente.
Da questo punto di vista, ad esempio, la verifica della permanenza dei requisiti di soggiorno dovrebbe essere assicurata con tempi celeri.
Una Pubblica Amministrazione efficiente dovrebbe essere auspicabile non solo da chi vuole tutelare i diritti e gli interessi legittimi degli stranieri, ma anche da chi vorrebbe “governare” e “regolamentare” l’immigrazione. E ciò si fa in primo luogo ricevendo, esaminando e decidendo, in modo celere e tempestivo, tutte le richieste presentate da parte di coloro che aspirano ad acquisire o a mantenere una condizione di soggiorno regolare.
Le cause giudiziarie e il motivo di un presidio davanti ai locali della Questura
Per tutelare i diritti individuali delle persone straniere, gli avvocati e le avvocate hanno promosso ricorsi e cause giudiziarie risultati in condanne nei confronti dell’amministrazione, a volte anche costretta a pagare, con denaro pubblico, le spese del giudizio.
È però evidente che la via giudiziaria non può rappresentare la soluzione. Attraverso di essa è possibile dare una risposta a controversie individuali in casi specifici, non affrontare disservizi sistemici.
Se la Pubblica Amministrazione quotidianamente si dimostra impreparata a gestire un flusso di domande fisiologicamente dovuto alla numerosa comunità straniera presente sul territorio, neppure con centinaia o migliaia di ricorsi all’Autorità Giudiziaria sarà possibile risolvere tali carenze. La gestione ordinaria delle pratiche amministrative non passa insomma per le aule dei Tribunali.
Gli avvocati e avvocate dell’ASGI sono quindi consapevoli dell’impossibilità (pratica, non teorica) di trasferire all’Autorità Giudiziaria un problema la cui soluzione presuppone la volontà politica di stanziare risorse umane e materiali adeguate.
Per questo hanno deciso di manifestare pubblicamente: una forma di difesa dei diritti certamente atipica per la professione forense, ma necessaria per segnalare alla collettività la gravità e l’urgenza della situazione, per manifestare solidarietà alle persone i cui diritti e interessi vengono ingiustamente compressi, e per chiedere alle autorità competenti una soluzione adeguata e duratura.
Per tutte queste ragioni, gli avvocati e avvocate della sezione piemontese dell’ASGI
INVITANO
Tutte le associazioni e cittadini/e interessati/e a partecipare al presidio che si terrà il 20 Aprile 2023 dalle 8,30 alle 12,30 davanti ai locali della Questura in Corso Verona 4 per chiedere, tra le altre cose:
- La riorganizzazione dell’Ufficio Immigrazione così che possa svolgere adeguatamente le proprie funzioni, nel segno di una ritrovata legalità.
- Lo stanziamento di risorse umane e materiali adeguate al numero di richieste e pratiche da evadere.
- L’istituzione di un sistema elettronico per la gestione delle pratiche (altre questure anche piemontesi hanno da tempo adottato un sistema di prenotazione elettronico quantomeno per le domande di rinnovo dei permessi già rilasciati, come ad esempio la piattaforma Prenotafacile in uso presso la Questura di Cuneo).
- La possibilità di avere online informazioni sullo stato della pratica, come la conclusione dell’iter, la possibilità di ritirare il documento una volta pronto, o la necessità di presentarsi per ricevere altre comunicazioni (ad es. richieste di integrazioni); ciò aiuterebbe in modo rilevante a ridurre le code, sfrondandole di coloro che si recano in Questura solo per avere informazioni.
- L’esame formale nel merito di tutte le istanze presentate, senza alcun vaglio preventivo, sommario o informale circa la loro ammissibilità, completezza o fondatezza.
- Il rispetto delle precise tempistiche previste dalla legge per formalizzare le domande di protezione internazionale da parte dei richiedenti asilo.
Per informazioni e contatti: piemonte@asgi.it
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FAMIGLIE ACCOGLIENTI SEGNALA
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Martedì 18 aprile, alle ore 15,30, presso il Teatro Ruzante di Padova, si terrà il terzo incontro del ciclo seminariale su Migrazioni e politiche migratorie. Uno sguardo storico.
Il prof. Michele Colucci, del CNR - Ist. di studi sulle società del Mediterraneo, parlerà su L'immigrazione straniera nell'Italia repubblicana: rotture e continuità dal 1945 a oggi. L'ingresso sarà libero.
Per chi desidera partecipare in webinar il link per l'iscrizione è https://unipd.zoom.us/webinar/register/WN_Yy0FxgnoR2qvuD3pGpazBg.
Alla pagina dell'evento, sul sito del CASREC, sono indicati i link per le iscrizioni ai webinar di tutti gli incontri.
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FAMIGLIE ACCOGLIENTI SEGNALA
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Vi segnaliamo una bella iniziativa organizzata da TSC e CSV a Como
Teatro Sociale di Como
domenica, 23 aprile – dalle ore 13.45
IL MIO POSTO NEL MONDO
Un’ouverture di partecipazione
dalle 13.45 alle 19.30 biglietteria e Sala Pasta
INFOPOINT E MERCATINO
ore 13.45 Piazza Verdi
IL CERCHIO DEI TAMBURI TAIKO
a cura di Taiko Lecco
Esibizione musicali con percussioni giapponesi.
ore 14.00 foyer
UN’INFINITA MANO
con Gruppo Teatrale Aounithié
a cura di Vicini di strada
Lettura di brevi testi in ricordo di don Roberto Malgesini, intervallati da brani musicali eseguiti al pianoforte da Luciano Maconi.
ore 14.00 palco reale/platea
LETTURE PER BAMBINI A VOCE ALTA
a cura di Diversamente Genitori, Famiglie in cammino, Luminanda
Letture inclusive non convenzionali dedicate a bambine e a bambini con storie divertenti e nuovi linguaggi accessibili a tutti. Verranno presentati libri in CAA, Silent book, albi illustrati e libri tattili pieni di sorprese.
ore 14.30
A SPASSO NEL TEATRO
con DownVerso
I ragazzi dell’associazione diventeranno maschere per un giorno, accompagnando gli spettatori a conoscere i luoghi del Teatro.
ore 15.00 platea
SIAMO FIORI DIVERSI NELLO STESSO GIARDINO
a cura di Diversamente Genitori
con spiegazione di Alle Bonicalzi
Mostra di foto e video di ritratti dei ragazzi e delle ragazze che hanno partecipato ad AITO-L@bYoung, laboratori per adolescenti effettuati allo spazio Ossigeno da ottobre 2022 a febbraio 2023. Presenterà la mostra la fotografa Alle Bonicalzi che ha eseguito gli scatti.
ore 15.30 palcoscenico
I RAGAZZI IN GAMBA
a cura di Mumble Teatro
Una compagnia di teatro inclusivo, che prevede un mix di attori in prevalenza con sindrome di Down, metterà in scena un estratto del loro ultimo spettacolo "La dodicesima notte".
ore 16.00 palcoscenico
LIBERTÀ DI ESPRESSIONE
a cura di Oltre il giardino
Lettura teatrale di alcuni brani tratti dall’omonima rivista, scritta da utenti del Dipartimento Salute Mentale e Dipendenze e da volontari, accompagnata da brani musicali al violino Sara Galasso Dan Shim.
ore 16.30 palcoscenico
CONCERTO PIANISTICO: DIALOGHI
V. Silvestrov Due Dialoghi e Postscriptum
H. Dutilleux Chorale et Variations op. 1
a cura di Arte Solidale Festival
Il programma è dedicato all’idea del Dialogo come comunicazione tra popoli, entità e come superamento delle differenze. Creando una connessione artistica tra i diversi brani, l’ascoltatore viene guidato tra pezzi più tradizionali fino ad opere più moderne, che comprendono i Dialoghi di Valentin Silvestrov, compositore Ucraino attualmente rifugiato a Berlino.
ore 17.00 in giro
A SPASSO NEL TEATRO e VISITA ALLA MOSTRA CON ACCOMPAGNAMENTO MUSICALE
con DownVerso e Diversamente Genitori
I ragazzi dell’associazione DownVerso diventeranno maschere per un giorno, accompagnando gli spettatori a conoscere i luoghi del Teatro. Al termine del tour, visita alla mostra fotografica di Diversamente Genitori, con accompagnamento alla chitarra di Riccardo Iodice dell’associazione.
ore 17.00 foyer
A PIÙ VOCI
a cura di Tavolo Interfedi Como
Animazione con letture a cura di Carlotta Bagnasco e intermezzi musicali con la cantante islandese Hanna Fridriksdottir e il cantante turco Erdugrul Acar.
ore 17.00 palco reale/platea
LETTURE PER BAMBINI A VOCE ALTA
a cura di Diversamente Genitori, Famiglie in cammino, Luminanda
Letture inclusive non convenzionali dedicate a bambine e a bambini con storie divertenti e nuovi linguaggi accessibili a tutti. Verranno presentati libri in CAA, Silent book, albi illustrati e libri tattili pieni di sorprese.
ore 17.30 palcoscenico
PROVE DI SCENA
I ragazzi di Amicinsieme Odv faranno una prova dello spettacolo “Storie astratte” che stanno preparando.
ore 18.00 palcoscenico
IL CAMMINO ALL’INFINITO
a cura di A.A.C.S. Associazione Africana Cointegrazione Solidarietà
Poesie e parole accompagnate dalla musica dello Djembe
ore 18.30 palcoscenico
STORIE DI STRAORDINARIA FOLLIA
a cura di Trebisonda
Un breve estratto dello spettacolo "Follia", andato in scena nel 2018 a Cantù e frutto di un progetto nato nel 2017 in collaborazione con il Teatro S. Teodoro, con l’adesione ufficiale del Dipartimento di Salute Mentale di Trieste, il patrocinio dell’ASST Lariana e dell’Associazione Asvap. Follia è uno spettacolo dal forte impatto emotivo sia per i suoi interpreti sia per gli spettatori, che accompagna sul sentiero della comprensione della sofferenza psichica ricostruendo anche la storia della psichiatria e dell’antipsichiatria in Italia in una chiave divulgativa e didattica.
ore 19.00 palcoscenico
BALLI DAL SALVADOR E DALLE FILIPPINE
a cura di Ufficio per la Pastorale dei migranti
La comunità salvadoregna si esibirà in una danza tipica del proprio paese “Sombrero Azul”. A seguire, chiuderà la comunità filippina in abito tradizionale.
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FAMIGLIE ACCOGLIENTI SEGNALA
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Avviso: i permessi per protezione temporanea degli Ucraini sono prorogati in automatico fino al 31.12.2023.
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Vogliamo creare nuove relazioni con chi fugge dalla propria patria, offrire non soltanto accoglienza ma speranza, come prescritto dal troppo spesso dimenticato articolo 10 della Costituzione: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica”. Occorre ripartire dai volti, non dai voti, ed è questo che noi vogliamo fare.
Per farlo abbiamo bisogno di voi.
Ci sono mille modi di accogliere: offrire un pasto, un letto, una lezione di italiano. Anche solo accompagnare un ragazzo al cinema, preparare una piccola festa per i nuovi vicini. E, naturalmente, andare in piazza quando è necessario, mostrarsi, protestare contro leggi e regolamenti iniqui, che tolgono libertà agli italiani quanto ai migranti. C’è bisogno di tutti: “Famiglie Accoglienti” unisce giovani e vecchi, bianchi e colorati, cristiani e musulmani. Vi aspettiamo.
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