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Montecchio (E.)VENTI
23 Marzo 2023

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Incontro con i cittadini Mercoledì 29 Marzo, sala della Rocca, ore 21:00

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Dall'11 marzo al 25 aprile, al Castello di Montecchio Emilia  e a Casa Cavezzi

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Sociale Centro Marabù

 

Aceto Balsamico IGP di Modena e Reggio, prodotto esclusivamente tipico delle nostre zone, ma con origini geografiche e nel tempo lontanissime.
L'uso di cuocere il mosto era diffuso in medio oriente già 3000 anni prima di Cristo ed esiste un dipinto egizio, attorno al 1000 a.e. in cui viene rappresentata questa cottura.
Con i Romani si ha addirittura un verbo specifico per indicare la cottura del mosto "DEFRUTARE".
Columella, agronomo del I secolo d.c. dice che nella fattoria ideale va inserita una "cella defrutaria" dove il mosto cotto dovrà riposare per essere consumato dopo un anno, quindi con inizio di acetificazione.
Virgilio nelle Georgiche descrive una casa contadina di Mantova in cui una donna cuoce il mosto.
Quell'aceto era certamente diverso da quello che conosciamo per i diversi modi di produzione o per gli additivi eventualmente usati o addirittura per la rivoluzione dei contenitori dell'aceto che con i Romani erano anfore o doli in terracotta, poi con l'arrivo dei barbari sono arrivate le botti di legno.
Altre notizie, nel tempo , ci vengono da Donizzone raccontando che nel 1046 l'imperatore Enrico II chiede a Bonifacio di Canossa quell'aceto che a lui piaceva tanto e che si faceva nella rocca di Canossa.
Molte più notizie scritte ci vengono a partire dal 1598, anno in cui gli Este si trasferiscono da Ferrara a Modena.
La definizione di "Balsamico" compare nel 1747, perché considerato curativo per molti malanni, forse anche per la peste.
Si arriva poi al secolo scorso in cui vengono definiti disciplinari rigorosi e classificazioni di un prodotto che si può presentare con caratteristiche le più svariate, forse dovute anche al fatto che a differenza di altre produzioni tipiche (Grana) non necessita di associare più produttori, ma ogni singola persona può avventurasi nella produzione per sua passione, interesse, voglia, curiosità e ambire ad una propria specificità.

Circolo Sociale Marabù
Sabato 25 Marzo ore 17,00



Oggi, grazie alle odierne tecnologie, la cosiddetta “produzione di un film” può finalmente uscire dalle logiche sciattamente commerciali che spesso incastrano e ricattano la pratica artistica. Il cinema quindi, grazie all’elettronica, può recuperare quel suo essere poetico, tra il baraccone e l’atelier, che lo caratterizzò ai suoi albori. Scontato ma non banale pensare alle febbrili follie visionarie di Méliès, Vertov, Cani Andalusi, ecc. Ai fratelli Lumière che coloravano pellicole con fecola di patate.
Questo è il concetto alla base di Cantiere Matteotti, applicare al cinema quello che si è applicato alle altre arti. Trasformare la produzione in laboratorio. Non un corso quindi, nemmeno una scuola, niente scuse o parcheggi serali, ma un periodo di tempo in cui si farà qualcosa. Uno spazio/tempo in cui ogni eventuale interessato porterà quello che può, dalla partecipazione attiva come attore o figurante, oppure di collaborazione all’allestimento attraverso la fornitura di indumenti o di materiali vari adatti per preparare costumi, oggetti e scenografie.
Il 1924 sarà il centenario dell’assassinio del deputato socialista Giacomo Matteotti, crimine che fu l’orrendo punto di svolta della ancor più orrenda deriva dittatoriale bestialmente capeggiata da Mussolini.
Viviamo altri tempi, forse, ma leggere e rileggere i coraggiosissimi discorsi di Matteotti riduce di molto la distanza tra quei tempi e i nostri, essendo le sue parole ancora attualissime riguardo i rapporti di forza tra i poteri economici, politici, militari e industriali.
Per questo e non per stanca commemorazione ho deciso di dedicare questo cantiere  cinematografico alla storia di Giacomo Matteotti.
Tutto questo non sarebbe possibile se non ci fosse l’interesse dimostrato dall’Amministrazione Comunale di Montecchio Emilia, in particolare del Sindaco Torelli, e nemmeno senza la preziosa collaborazione dell’Associazione teatrale Sipario Aperto, trainata dall’infaticabile Liliana Boubé.

Ne parleremo volentieri sabato 25 marzo alle 17 presso il Circolo Marabù, dove terremo il primo incontro pubblico che darà inizio a Cantiere Matteotti, interessati e curiosi avranno l’occasione di saperne di più.

La partecipazione è aperta a tutti.

Riccardo Manfredi


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La vecchia Montecchio

Regione Emilia-Romagna, Provincia di Reggio Emilia, Comune di Montecchio Emilia

Proloco Montecchio
premio letterario La Rocca

 

Centro per le Famiglie

 

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Politiche educative

 

🟥Sei incontri per riflettere con operatori e famiglie sui servizi per la prima infanzia dopo la pandemia. 
🟧Con la Psicologa e Psicoterapeuta Ivana Soncini, collaboratrice di Reggiochildren e di Istituto Eist 
🟨Una proposta del Coordinamento Politiche educative dell' Unione Val d'Enza.
🟩Luoghi e date nella locandina....
🟦Non mancate!

Comune di: Bibbiano, Campegine, Canossa, Cavriago, Gattatico, 
Montecchio Emilia, San Polo D'Enza, Sant'Ilario d'Enza. 
Sci Salvador Allende Scuola dell'infanzia Mamma Mara

 

Flash Mob per l'8 Marzo


video QUI
 

𝐀𝐋𝐋'𝐈𝐒𝐓𝐈𝐓𝐔𝐓𝐎 𝐃'𝐀𝐑𝐙𝐎 𝐈𝐍𝐀𝐔𝐆𝐔𝐑𝐀𝐓𝐀 𝐋𝐀 𝐌𝐎𝐒𝐓𝐑𝐀
"𝐈 𝐒𝐎𝐋𝐃𝐀𝐓𝐈 𝐂𝐇𝐄 𝐃𝐈𝐒𝐒𝐄𝐑𝐎 𝐍𝐎"


Sabato mattina il Sindaco Fausto Torelli, insieme all'assessore Elena Terenziani e alla consigliera della Commissione Scuola Sabine Catellani, hanno preso parte all'inaugurazione della mostra “I soldati che dissero NO" allestita nell'atrio dell'Istituto d'Arzo di Montecchio Emilia.
La mostra è parte del progetto, patrocinato dal Comune,
“𝗨𝗻 𝗻𝗼𝗺𝗲, 𝘂𝗻 𝗹𝘂𝗼𝗴𝗼, 𝘂𝗻𝗮 𝘀𝘁𝗼𝗿𝗶𝗮. 𝗣𝗶𝗲𝘁𝗿𝗲 𝗱’𝗶𝗻𝗰𝗶𝗮𝗺𝗽𝗼 𝗽𝗲𝗿 𝗴𝗹𝗶 𝗜𝗠𝗜 𝗱𝗶 𝗠𝗼𝗻𝘁𝗲𝗰𝗰𝗵𝗶𝗼” finalizzato a ricostruire le storie degli Internati Militari Italiani della zona di Montecchio, che hanno perso la vita nei campi di lavoro nazisti; il punto d'arrivo sarà la posa delle pietre d'inciampo nel nostro territorio.
Il progetto è stato realizzato con la collaborazione di Istoreco: gli studenti della classe IV B del Liceo, guidati dalle professoresse Sesti e Ragni, hanno realizzato ed esposto la ricerca storica che ha permesso di ricostruire i percorsi di vita degli IMI di Montecchio, militari catturati dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943, che hanno perso la vita nei campi di lavoro, in condizioni durissime.
L'inaugurazione, a cura delle professoresse Sesti e Ragni e della classe IV B del Liceo, ha avuto luogo alla presenza dei parenti degli IMI montecchiesi, della dirigente scolastica Maria Sala, dello storico locale Franco Boni che ha sostenuto la ricerca, e di ISTORECO.
La mostra resterà visitabile fino a fine aprile, mentre la posa delle pietre d'inciampo è prevista per gennaio 2024.

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Cosa succede ... Attorno a noi ... 

Eventi

Giornata nazionale del paesaggio DONAZIONE OMAR GALLIANI

Mart Rovereto,16 marzo-10 aprile 2023
Da un'idea di Vittorio Sgarbi
A cura di Alessandra Tiddia


In occasione della Giornata nazionale del Paesaggio, istituita dal Ministero della Cultura allo scopo di promuovere le risorse del territorio attraverso attività di sensibilizzazione, educazione e conoscenza del paesaggio, il Mart accoglie la donazione dell'artista Omar Galliani, erede indiscusso della grande tradizione del disegno italiano e sensibile interprete di questo tema.
Con generosità, l'artista Omar Galliani ha donato al Mart l'opera Riflessi, realizzata lo scorso anno. Di grandi dimensioni (300x200 cm) e accompagnato da una serie di disegni preparatori il lavoro a matita su tavola di pioppo sarà esposto nel Foyer del museo per circa un mese.
Conosciuto e apprezzato a livello internazionale per l'uso monumentale del disegno, i volti femminili di straordinario magnetismo e le anatomie dell'universo, Omar Galliani è da sempre un profondo osservatore del paesaggio, interiorizzato e restituito in chiave simbolica e poetica.

«Questo paesaggio» spiega l'artista «nasce da un riflesso sull'acqua di un lago sulle montagne del parmense, non tanto lontano dal mio studio. Nasce da un viaggio del dolore che ha cercato di cogliere nel silenzio di un "Riflesso" e di una matita Faber Castell su legno quell'attimo che precede ogni cosa: nascita, vita, morte, luce e ombra e infine rinascita.
Frutto di uno scatto veloce fatto con un cellulare, il lavoro si è tradotto nell'opera dopo un lungo e lento sovrapporsi di segni larghi un millimetro o poco più.
Il carbonio della grafite riflette la luce mettendo in evidenza le venature dell'albero su cui ho disegnato, restituendo così il tempo della sua crescita, in un sovrapporsi cangiante tra il soggetto e la natura della tavola su cui ho lavorato per tanti mesi. Questo paesaggio è uno sconfinamento della rappresentazione tra la natura del pioppo e la mia matita che lo ha disegnato».

Terra:
luogo d'origine, campo di lavoro, scenografia di una impresa.
Antonio Ligabue


Mostra personale
Da Sabato 18 marzo 2023 a Lunedi 10 aprile 2023
Galleria de' Bonis | Reggio Emilia

 
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