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Come va? A parte l'ansia generata da istituzioni e media sul Coronavirus, che prima pare la peste e adesso invece è nulla? Possibile che non si possa mai MAI stare tranquilli un attimo? Comunque, dopo un po' di teaser, questa è la prima ufficiale Telefila. Leggete e condividete. Dopo esservi lavati le mani.
 
Per sdrammatizzare, i The CereBros
Piatto del giorno

Ma non è che la scrittura in scioltezza della Ferrante ha ingannato molti? Non sono una fan dei romanzi de L'Amica Geniale. Ho letto il primo, ma l'ho trovato lento lento lento. Mi diceva per tante pagine sempre la stessa cosa: due amiche, due caratteri, due intelligenze. L'incontro/scontro tra le due, ovvio. Certo, poi c'era quella lingua sciolta. E c'era anche il rione, che però non sempre era capace di catturarmi. Non sono più andata avanti. Di fronte alla serie dunque parto un po' prevenuta. Se nella prima stagione mi aveva interessato il modo, possibile solo per immagini, di far esplodere la violenza del rione, in questa seconda stagione mi sembra emergere una certa evanescenza della trama. L'amica Geniale è un melodramma al femminile diluito, che però se diluito troppo scompare. C'è una lentezza nella trama e nel procedere fisico dei personaggi e delle immagini che ha poco a che vedere con la presunta lentezza delle serie alla HBO. Là c'è stratificazione, e progressivo scivolamento dei personaggi, qua invece c'è una forte ripetitività. Lenù pare un fantasma, e la voce narrante non aiuta. Non parla mai perché parla la di lei del futuro. Nel libro funziona, qui vediamo un corpo senza voce e ascoltimo una voce senza corpo. Lila appare stronzetta, senza del vero magnetismo. E va a finire che sono più interessanti come facce e tipi gli uomini. Per fortuna ogni tanto Saverio Costanzo ci regala qualche tocco. Come nella prima puntata quando le soggettive di Lila - sul marito visto come Jack Nicholson di Shining e sulla famiglia che la guarda senza batter ciglio anche con un occhio nero - spiegano tutto della trappola in cui si è cacciata. Eppure, L'Amica Geniale ha anche tutte le belle astuzie del melodramma al femminile: sai già come andrà a finire ma vuoi vedere come va a finire. Intanto Lila mi sembra spesso il personaggio più sopravvalutato tanto dai lettori quanto da tutti gli abitanti del rione.

L'Amica Geniale è su Raiuno e Raiplay

 

Ah, ma davvero?

Torna Friends!
Torna...in realtà, faranno lo speciale documentario con tutti gli attori per lanciare in Usa HBO Max. La piattaforma streaming avrà in esclusiva la serie dopo essersela ripresa da Netflix. HBO Max infatti è di Warner Bros, che aveva prodotto la sitcom, l'aveva venduta per le repliche a Netflix e adesso se ne riappropria. E' proprio in previsione di queste mosse, che saranno sempre di più, che Netflix aveva iniziato a produrre le sue serie. Spesso il grosso del traffico Netflix lo fa su vecchi, classici, stravisti show prodotti da altri, e ora? Il ritorno di Friends insomma è un atto di guerra, della guerra dello streaming. Questo però accade solo sul fronte Usa, noi possiamo continuare a vedere Friends su Netflix. I piani di conquista di Hbo Max per ora sono rimandati in Europa. Curioso però che la Warner stia usando come marchio per il servizio in streaming il suo brand più "chic" e "di qualità", HBO ("It's not Tv", era il suo slogan), ma alla fine stia puntando su una classica sitcom vintage. Eh sì, questi streamers assomigliano più a dei grandi contenitori per tutti i gusti, non certo alle Tv via cavo che si vendevano come raffinate...

Luca Barra (docente e collega) ha appena fatto uscire un libro sulle sitcom edito da Carrocci, La Sitcom. Leggetevo. Descrive così il successo di Friends: “Le ragioni della sua popolarità duratura sono da ricercarsi nella sua capacità di entrare nel quotidiano del pubblico, nello humour stratificato dove ogni protagonista ha una distinta voce comica, nei toni morbidi e graduali, nell'approccio postmoderno alle relazioni”.

Friends si recupera per l'ennesima volta su Netflix

Linkissimi

Sono i 25 anni di Sailor Moon, e qui trovate un saggio sulla dinamiche di gender della serie. Non me le ricordavo tutte...

Il 9 marzo su Fox arriva la nuova stagione di Homeland. Qui sotto trovate la mia intervista del 2012 allo showrunner della serie, Howard Gordon: "Carrie? E' come il jazz".

Immaginari (di tutto un pop)

Francia, provincia profonda. Un clan famigliare, nonni zii cugini, viene per anni perseguitato da un Corvo: una misteriosa voce al telefono, forse un uomo forse una donna forse in due, che ne conosce i segreti e sputa veleno su tutti. Si accanisce sopratutto su Jean-Marie Villemin, più ricco delle altri, con una bella moglie e un bel bambino, Grégory. Il Corvo dice di tutto durante le sue chiamate, Jean-Marie non perde mai la calma. Un giorno però minaccia suo figlio e Jean-Marie non resiste, insulta la misteriosa voce al telefono. Che non si fa più sentire. Qualche anno più tardi, Grégory viene rapito e ucciso. E il Corvo torna, e afferma di essersi preso la sua vendetta.
No, non è una serie. E' tutto vero. E' Grégory, il docudrama su Netflix relativo a un caso francese degli anni Ottanta. La premessa della storia non è solo la misteriosa figura del Corvo ma anche che ad oggi nessuno sa chi ha ucciso Grégory. Quello che si racconta infatti sono anni e anni di indagini, piste false, accuse tra famigliari, poliziotti e giudici incapaci e soprattutto i giornalisti che non sono cronisti ma vogliono essere protagonisti, poliziotti, giudici, avvocati, vittime anzi carnefici, contribuendo a creare verità parallele e narrazioni inesistenti. Una docuserie nera nera, che spiega come talvolta tra un Corvo e un giornalista spesso ci sia poca differenza.

Gregory è su Netflix

Alla settimana prossima! #staytuned #tobecontinued
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